Abilità cognitive (Q.I.)

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Per definizione le abilità cognitive rappresentano tutto l’insieme di processi logici legati a pensiero, concettualizzazione e ragionamento, che servono al soggetto per creare dei “comportamenti mentali” come l’aspettativa, il problem solving, l’intuizione e simili. Essi sono essenzialmente tutti quei modelli che si attivano, consapevolmente o inconsapevolmente, nei processi di conoscenza e comprendono sia l’attività di elaborazione di informazioni, sia l’attività di elaborazione delle loro manipolazioni, simboliche e di pensiero.

Nella pratica le abilità cognitive rappresentano la capacità individuale di recepire e rielaborare informazioni esterne e comprendono tutti quegli atteggiamenti legati a comprensione, linguaggio, concentrazione, apprendimento, giudizio, pensiero astratto, consapevolezza, programmazione, organizzazione, ecc.

Durante un’attività, anche la più semplice, c’è sempre un coinvolgimento plurimo di attività cognitive che all’unisono creano, come risultato, un comportamento sulla base delle informazioni ricevute e sulla loro elaborazione. Tali capacità sono tanto più accentuate e rapide quanto più velocemente il soggetto recupera input dall’esterno e risponde ad essi in modo adeguato ed appropriato.

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Per valutare il funzionamento cognitivo e il comportamento che ne segue, esiste una valutazione specifica, il test del quoziente intellettivo o QI, che ha lo scopo di misurare lo sviluppo intellettivo di ogni singolo individuo, assegnando un punteggio numerico per inquadrare il livello di intelligenza.

Il test del QI, di cui ne esistono diversi tipi, si basa su una serie di elementi e domande di logica, volte a risolvere un certo numero di problemi in un tempo prestabilito. Questi test raccolgono domande che servono a stimolare e valutare la memoria a breve termine, la velocità di percezione, la visualizzazione spaziale e la conoscenza lessicale.

Il QI non è però un test assoluto che fornisce un risultato standardizzato, ma è piuttosto, una valutazione relativa, fatta in base ad un gruppo campione che tiene conto di alcuni parametri fondamentali, quali sesso ed età. Di conseguenza, il QI non è un test che valuta l’intelligenza assoluta ma diventa utile in corso di valutazioni di assunzioni lavorative, risultati accademici, o nelle cosiddette patologie sociali.

I valori di questo test registrano in genere lievi oscillazioni dalla media del campione di riferimento, ma i soggetti che mostrano valori molto bassi, sono coloro che spesso richiedono particolari progetti di istruzione perché colpiti da malattia genetiche o ereditarie, che riducono o rallentano le capacità di comprensione e rielaborazioni intellettive normali.

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